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Corso alla Neuromed di Pozzilli: le nuove frontiere delle neuroscienze per la giustizia

Al Neuromed il primo corso per giornalisti, avvocati e professioni sanitarie

Alla fine dell’800, Cesare Lombroso tentò di rendere scientifica la criminologia con teorie oggi screditate e considerate pseudoscientifiche. Oggi, gli sviluppi nella risonanza magnetica funzionale e nella neurocriminologiastanno seguendo una strada simile, ma con strumenti e cautele molto più avanzati. Chi ha l’autorità di distinguere tra comportamento malintenzionato e disturbo mentale? Quanto è libero un individuo di compiere azioni malefiche? Nel contesto odierno, dove le neuroscienze stanno entrando nelle aule di giustizia influenzando le decisioni riguardo l’intenzionalità e la volontarietà degli accusati con l’uso di neuroimaging e genetica del comportamento, queste domande sono cruciali.

L’Ordine dei Giornalisti del Molise e la Fondazione Neuromed hanno promosso un corso intitolato “Da Lombroso alla risonanza magnetica funzionale: limiti e opportunità delle nuove frontiere delle neuroscienze per la giustizia”. L’incontro, in collaborazione con Unimol, l’Ordine degli Avvocati di Isernia, la Camera Penale di Isernia e l’Ordine dei Medici di Isernia, ha esplorato temi come le correlazioni tra substrati biologici e comportamenti devianti, l’impatto delle condizioni prenatali e ambientali sulla predisposizione alla violenza, e il ruolo della corteccia prefrontale e dell’amigdala nel modulare emozioni e comportamenti impulsivi.

Il dibattito ha affrontato i concetti di libero arbitrio e responsabilità penale in presenza di anomalie cerebrali, e le applicazioni di queste conoscenze nella prevenzione del crimine, nella valutazione del rischio di recidiva e nella riabilitazione dei trasgressori. Sebbene queste tecnologie siano ancora agli albori, i loro potenziali effetti sul sistema giudiziario devono essere considerati.

Il professor Giovanni Villone, Unimol, ha approfondito dal punto di vista storico queste tematiche, partendo proprio da Lombroso fino ad arrivare ai giorni nostri con il paradigma nella ricerca della responsabilità individuale. Il professor Roberto Gradini, Sapienza, ha illustrato le caratteristiche neurobiologiche della schizofrenia unitamente alle menti cosiddette criminali. Il professor Ferdinando Nicoletti ha discusso il disordine da uso di sostanze, definendolo una patologia cronica del sistema nervoso centrale che richiede intervento medico e non giudizi sommari. Ha sollevato anche la questione del libero arbitrio, suggerendo che i meccanismi di condizionamento influenzano significativamente le nostre azioni. Lo stato dell’arte della risonanza magnetica funzionale nonché le prospettive di questo strumento diagnostico è stato affrontato dal dottor Marco Ciavarro, neuropsicologo IRCCS Neuromed. Il professor Diego Centonze, Primario della Neurologia Neuromed e Sapienza, ha affrontato i concetti di libertà e determinismo tra biologia e psicoanalisi. Le conclusioni sono state affidate all’avvocato Francesco la Cava, Presidente della Camera Penale, che ha affrontato le sfide del diritto penale di fronte alle innovazioni scientifiche.

Mario Pietracupa, presidente della Fondazione Neuromed, ha sottolineato l’importanza di integrare diverse professionalità per comprendere meglio le innovazioni tecnologiche e il loro impatto sulla giustizia. Vincenzo Cimino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti, ha evidenziato la necessità per i giornalisti di approfondire e filtrare le informazioni per evitare la diffusione di notizie false o parzialmente vere, rafforzando così il bagaglio culturale personale e professionale.

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