Primo memoriale mi ricordo della dottoressa Annalisa De Vellis, ematologa scomparsa prematuramente, al Cardarelli di Campobasso. Curato dalla amica e collega Matilde Caruso, direttrice dell’Unità operativa complessa di medicina trasfusionale dell’Asrem, il seminario ha messo al centro il trapianto di cellule staminali emopoietiche che rappresenta una possibilità di cura per molti pazienti affetti da malattie oncologiche.
Una giornata di confronto per fare il punto sulla situazione socio sanitaria legata ai trapianti, alle nuove prospettive dell’ematologia e alle figure che in Molise in questo settore hanno lasciato un segno indelebile. Come Annalisa De Vellis, ematologa scomparsa troppo presto che alla professione, alle competenze, all’impegno costante e quotidiano, ha unito una dose incredibile di umanità, riuscendo a fare della sua professione una vera missione. Il ricordo è molto forte, si è toccato con mano attraverso le parole dei presenti, i medici che le sono stati accanto in passaggi storici come la pandemia. E che hanno voluto fare dell’esempio di Annalisa De Vellis un momento formativo. In tanti hanno sottolineato il carattere, la preparazione, l’instancabile attività, ma soprattutto la forte umanità che caratterizzava l’ematologa. Una persona che ha dato un grosso apporto sia dal punto di vista professionale, sia dal punto di vista umano a tutto il lavoro svolto dall’équipe cui apparteneva: una persona splendida, come donna, come amica, come medico.
Presente anche l’Ordine dei Giornalisti del Molise, rappresentato dalla consigliera ODG e addetto stampa OMCeO Campobasso Antonella Iammarino che ha ricordato quanto l’Ordine professionale in questi anni abbia cercato di mettere in luce esempi come quello della dottoressa De Vellis e ha messo a disposizione di tutti i medici gli strumenti per divulgare contenuti di questo tipo. Ha inoltre ribadito quanto l’istituzione di un ufficio stampa in un ente sia garanzia di verità e trasparenza, a tutela dell’ente stesso e soprattutto del cittadino. “E’ importante che giornalisti e mondo sanitario si parlino e insieme parlino alla gente – ha sottolineato la Iammarino nel suo intervento – Perché sempre più spesso i cittadini cadono nella rete delle fake news, con conseguenze notevoli in termini di riuscita delle cure. E’ compito di medici e giornalisti trovare le soluzioni e le strategie più efficaci per far comprendere al meglio i contenuti. Un approccio che, parlo soprattutto per noi giornalisti, ci deve calare nella professione come servizio pubblico. Senza quest’atteggiamento la comunicazione socio sanitaria non potrà mai raggiungere i risultati migliori”.
Il convegno ha fornito una panoramica generale sullo stato dell’arte mettendo a confronto professionisti del settore, istituzioni e associazioni di pazienti come l’AIL. Il tutto per aumentare consapevolezza e responsabilità nei confronti dell’iter della donazione e del trapianto, in un quadro che vede la ricerca fare ogni giorno un passo avanti: in tanti hanno ricordato che patologie fino a qualche anno fa inguaribili oggi registrano alte percentuali di cura e di guarigione.