E’ stata una interessante opportunità di confronto e di arricchimento delle conoscenze il corso formativo svoltosi venerdì 14 giugno a Termoli, nell’Auditorium comunale di via Erba.
Si è parlato dei risvolti giuridici e delle ricadute sociali delle ludopatie, un ampio focus sui giochi d’azzardo, sulle lotterie statali, sul gratta e vinci e sulle slot machine.
Enzo Cimino, presidente dell’Ordine del Giornalisti del Molise non è la prima volta che accoglie l’invito della Camera penale di Larino concedere crediti formativi per un’occasione di confronto assieme agli avvocati.
Tavolo attorno al quale si sono confrontati, per iniziativa di Antonio Capobianco, presidente del Lions Club Termoli Tifernus, figure professionali legate per varie competenze al mondo della ludopatia che vede, come ha denunciato in apertura dei lavori il criminologo e giurista Vincenzo Musacchio come il Molise si distingua in negativo come la prima regione, in rapporto alla popolazione residente, per numero di slot machine. Un’analisi puntuale sulle conseguenze che comporta quella che è una vera e propria malattia del gioco mettendo a rischio le finanze e gli affetti familiari. Dove ci sono i soldi c’è la presenza della criminalità anche se il gioco è legalizzato.
E’ stato riportato nell’intervento di saluto del consigliere dell’Odg del Molise, Pino Cavuoti, ha commentato uno studio elaborato dall’Unione Cattolica della Stampa italiana e presentato durante un corso per giornalisti della diocesi di Padova che puntava ad analizzare l’uso delle parole del gioco e gli strumenti per comunicare questa patologia. Non è vietando il gioco nelle sue varie forme che si elimina il problema, il rischio conseguente è una maggiore intrusione della criminalità organizzata. La ricerca evidenzia come 67 per cento delle persone abbia dichiarato di aver giocato almeno una volta nei 12 mesi precedenti, il 9,5 per cento lo ha fatto su canali illegali senza saperlo e il 40 per cento ne era consapevole.
Interessante l’intervento di Rosa Maria Mauri del Codacons Molise che ha messo a nudo, anche dal punto di vista legale, come non sia possibile controllare la pulsione al gioco. Tutto questo incide sulla salute mentale ed economica. La relatrice ha evidenziato che in Italia lo Stato gestendo i vari giochi invogli a farlo annunciando, ad esempio con i “gratta e vinci” vincite a tenti zeri. L’avvocato Mauri ha commentato il recente decreto legislativo n. 41 dello scorso 25 marzoche stabilisce le nuove disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli di distanza fissando requisiti, obblighi e responsabilità dei concessionari.
Giuseppe Schiavo, dell’associazione onlus Torna il Sorriso, ha parlato delle sue esperienze professionali con un’analisi su base regionale di come spesa utilizzata nel gioco sia maggiore di quella sanitaria. Si gioca senza soldi e si chiede denaro in prestito per giocare ancora nella speranza, mal riposta, di recuperare quanto perduto.
La psicologa Orsola Lucia Di Palma ha evidenziato come il gioco è patologia con le caratteristiche dell’ossessione e della ripetitività. La dopamina, favorita dal gioco, non basta mai e chi gioca “diventa triste” e bugiardo negando prima di tutti a sé stessi di “avere un problema” che da solo non potrà mai riuscire a risolvere. Da qui la necessità di un professionista che si prenda carico della persona malata da gioco attraverso un percorso riabilitativo e persino di reinserimento sociale.
Come sempre di livello l’intervento del presidente della Camera penale di Larino, Roberto D’Aloisio, che ha percorso nella storia la genesi del gioco. Debiti di gioco, non tutti sono riconosciuti dalla legge e producono delle obbligazioni, perciò non sempre è obbligatorio pagare. Ha concluso la sua dotta riflessione che il lavoro e il risparmio sono due valori dai quali non si può prescindere e che la ludopatia mette in maniera irresponsabile a rischio.