Molise criminale primo classificato per la sezione saggistica etica: Giovanni Mancinone insignito a Roma del Premio mondiale “Tulliola–Renato Filippelli” nella sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva.
A far da cornice alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti assegnati dalla giuria del prestigioso Premio mondiale “Tulliola – Renato Filippelli” gratificato con una medaglia dal Presidente della Repubblica “per gli alti meriti culturali e morali”, e ormai giunto alla sua XXVIII edizione, la splendida sala Capitolare presso il Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva. Per la sezione saggistica etica, Giovanni Mancinone giornalista ed autore del libro inchiesta Molise criminale riceve il primo premio dalle mani della presidente e fondatrice del premio Carmen Moscariello. “Quest’anno tra più di mille libri giunti al Premio, – dichiara la presidente e fondatrice del premio letterario internazionale Carmen Moscariello – per la sezione saggistica la prestigiosa giuria presieduta da Dante Maffia, candidato al Nobel, scrittore di immensa fama, ha deciso di scegliere come vincitore “Molise criminale” di Giovanni Mancinone. Un’opera che si è subito imposta per il tema trattato, per la denunzia forte e decisa del malaffare in Molise, occupando senza ombra di dubbio il Primo posto della classifica tra tante altre opere significative. Il libro ha fascino e concretezza, si impone con una scrittura risoluta e intensa e avvolge e coinvolge il lettore nei mille rivoli del libro. Si ritiene che questo lavoro può far bene a tutto il Sud del Paese, essere punto di partenza e stimolo per una rinascita. I fatti narrati destano grande preoccupazione. Quello che l’autore vuole dirci che i drammi che riprendono vita in quest’opera non sono occasionali, vanno letti tutti insieme e il quadro che l’autore ha costruito è davvero inquietante. Il grande merito dello scrittore è aver fatto di “tante storie poco edificanti “un mezzo di denunzia, un invito durissimo a cambiare passo, a creare svolte dettate dalla giustizia e dall’amore per il Paese. C’è nel libro la volontà di andare fino in fondo, il non continuare a nascondere ciò che invece va immediatamente denunziato. L’ editore Rubbettino anche quest’anno ha fatto centro con una bellissima pubblicazione, l’anno scorso abbiamo dato il primo premio per la narrativa a Santo Gioffré con un’opera pubblicata anch’essa da Rubbettino. Una Casa Editrice che è una finestra di riscatto per tutto il Sud”. “Gratificato da questo ulteriore riconoscimento conferito a Molise criminale nella cornice romana della sala capitolare del Senato – dichiara il giornalista ed autore Giovanni Mancinone, – ringrazio la giuria che ha voluto concedere al testo questo prestigioso premio, apprezzando nella stesura del libro inchiesta la mia narrazione elaborata come una affascinante ricostruzione che spazia tra saggio e racconto giornalistico insinuandosi nelle oscure trame che hanno caratterizzato il Molise, territorio talvolta tralasciato dalla grande letteratura ma che in Molise Criminale viene riscoperto in modo coinvolgente nei suoi tratti più misteriosi. Un ringraziamento alle professionalità, alla dedizione, alle competenze, che si sono rese necessarie quale supporto indispensabile per candidare Molise criminale ai tanti premi letterari ricevuti, che hanno trasformato il libro in un laboratorio culturale e sperimentale, che ha saputo proiettarsi oltre le pagine, per restare a servizio del territorio e nel territorio, mediante un lungo progetto di analisi, studio, programmazione. Alla passione, all’impegno che hanno saputo accompagnare questo cammino letterario supportato dal valore dei risultati raggiunti, che collocano probabilmente Molise criminale come il libro di un autore molisano, tra i più encomiati di sempre – aggiunge Mancinone – e che mi incoraggia nel proseguire la mia opera di scrittura in Mostri, testo edito da Rubbettino, che spero possa eguagliare per risultati attesi il primo, ed affascinare i lettori”. Tra i premiati Per la sezione “Legalità contro le mafie” che individua nell’azione quotidiana di magistrati, giornalisti, un operato che ha contribuito a far crescere nel Paese e nel mondo la sensibilità sull’importanza del valore rappresentato dalla legalità la giuria ha encomiato i magistrati Nicola Gratteri, Giuseppe Miliano e Luigi Maffia, il giornalista da poco scomparso Andrea Purgatori e il fondatore e presidente di Libera, don Luigi Ciotti.
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