L’Ordine dei Giornalisti del Molise interviene ancora una volta per richiamare i colleghi al rispetto delle norme. La vicenda, che ha coinvolto due testate della zona costiera ha valicato i confini dell’etica, del buon gusto e della deontologia penalizzando, di fatto, l’intera categoria.
«Il bene dell’informazione gode di esplicita tutela costituzionale. L’informazione è un veicolo di libertà ed è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata però dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui. Non dobbiamo dimenticare che obbligo di ogni collega è quello inderogabile di rispettare la verità sostanziale dei fatti. Inoltre ricordiamo a tutti gli iscritti che sono tenuti alla solidarietà tra giornalisti e al rispetto reciproco.
L’informazione corretta è un diritto del cittadino e dunque è dovere del giornalista mantenere un comportamento rispettoso delle regole deontologiche e delle persone.
Con sempre maggior frequenza alcuni colleghi “dimenticano” il cardine delle più elementari norme deontologiche che differenziano la nostra professione dal gossip dei social media, che invece nascono per alimentare una curiosità morbosa. Senza una analisi approfondita e una verifica puntuale, la differenza tra l’informazione professionale (caratterizzata dal recepimento e applicazione sempre e comunque delle regole deontologiche) e il pettegolezzo è pari a zero.
Si richiama dunque i colleghi all’osservanza della dignità delle persone, mettendo al bando, in quanto estranee alle nostre regole basilari, insinuazioni denigratorie. Cosa diversa è invece riportare fatti di cui si hanno prove e che assumono rilevanza pubblica. La ricerca della verità dei fatti è il primo dovere del giornalista, ma non si possono spacciare per verità assoluta quelle diffuse da fonti non verificate, né si deve obbedire a un direttore che impone la violazione di norme deontologiche.
La dignità e la privacy delle persone vanno tutelate, chiunque siano gli interessati.
L’Ordine ricorda a tutti gli iscritti anche il dovere di rettificare le notizie inesatte e parzialmente false (la pubblicazione della rettifica è un obbligo di legge – art. 8 legge 47/1948 sulla stampa – ma sul piano deontologico il giornalista deve provvedervi autonomamente senza attendere l’impulso della parte lesa dalla diffusione di “notizie inesatte”).
L’Ordine dei Giornalisti del Molise non esiterà a intervenire ancora più duramente a tutela della dignità della categoria e del diritto dei cittadini a essere informati correttamente. Anche per questo la vicenda in questione, su nostro impulso, sarà posta all’attenzione del Consiglio di Disciplina Territoriale».
L’Odg Molise si augura che questa brutta pagina resti solo un pessimo episodio isolato e che siano posti in essere i rimedi agli errori commessi. Per la stampa tutta e i lettori.
Prof. Vincenzo Cimino