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Una sentenza esemplare

Riprendiamo e pubblichiamo l’intervento del Consigliere Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Vincenzo Cimino, sulla sentenza con cui il Tribunale di Campobasso ha condannato l’ex consigliere regionale, Salvatore Ciocca, a risarcire economicamente il collega Giovanni Minicozzi. Il Giudice Roberta D’Onofrio ha riconosciuto il carattere offensivo di alcuni post pubblicati su Facebook dal sig. Salvatore Ciocca, con conseguente danno all’onore e alla reputazione del collega Minicozzi.

Una vittoria del collega ma anche la vittoria del diritto di cronaca e di critica come ha già sostenuto il Presidente dell’Associazione della Stampa del Molise Giuseppe Di Pietro.

Come Ordine dei Giornalisti, insieme al Consiglio Nazionale, siamo impegnati a contrastare le liti temerarie, le facili denunce e le offese nei confronti dei giornalisti che svolgono il proprio lavoro, come in questo caso Giovanni Minicozzi, con sacrificio e grande professionalità nel rispetto delle Leggi e delle regole deontologiche.

 

Il tribunale di Campobasso, con sentenza n. 43 del 2020 del 15-2-2020, ha condannato l’ex consigliere regionale Salvatore Ciocca a risarcire economicamente il collega giornalista Giovanni Minicozzi. E’ una delle rare volte in cui è la politica o il politico di turno, a dover mettere mano al portafogli pagando per le offese rivolte ad un giornalista (in questo caso su Facebook). E’ con profonda fierezza che annunciamo quella che per noi rappresenta la fine di un frastagliato periodo di accuse e denunce tra il politico e il collega, offeso e denigrato sulla pagina Facebook dell’ex parlamentare regionale, il quale senza mai indicare la vera identità del collega, accostò la sua persona a mezzucci, paragoni deplorevoli metafore inerenti la vita privata, la sfera lavorativa, sindacale e l’iscrizione all’Albo professionale dell’anziano giornalista pubblicista. Il come mai è facilmente intuibile: Minicozzi è stato autore di inchieste e costanti approfondimenti su tematiche di ampio spessore socio politico: dai vitalizi, al patrimonio del consiglieri regionali, alla sanità come allo smantellamento della Protezione Civile molisana dall’allora amministrazione regionale Frattura. Inchieste che hanno tenuto banco per mesi, mai sbugiardate, mai infondate, mai rettificate e mai oggetto di sentenze di condanna. Il giudice Roberta D’Onofrio ha pertanto riconosciuto destinate a Minicozzi, le frasi offensive nella pagina Facebook del politico e, ricostruendo l’attività giornalistica del collega rese note sul gruppo editoriale di Telemolise, ne ha riconosciuto il danno all’onore e reputazione. Purtroppo, ma si sa, non essendo Facebook una testata giornalistica, non è scattata l’aggravante della diffamazione a mezzo stampa, ma non era comunque ascrivibile alle reali intenzioni del giornalista ricorrente, deciso solo ad avere giustizia su chi, ad una platea vasta di una comunità, si è divertito ad esprimere giudizi negativi nei confronti di un professionista dell’informazione, tassello fondamentale della nostra società. Come esponente dell’Ordine dei Giornalisti, nel congratularci col collega, con i suoi legali Messere e Di Grezia e la Polizia Postale, è nostro dovere stimolare sempre le denunce nei confronti di coloro che puntano ad offendere la categoria nello svolgimento del nostro lavoro. E’ nostro obiettivo favorire con la politica un dialogo, un confronto alla pari, senza mai trascendere nel vilipendio. Non a caso il Consiglio Nazionale dell’Ordine ha avviato un’aspra battaglia contro le offese plateali, le denunce facili e le liti temerarie, che altro non hanno, se non lo scopo di intimidire il giornalista. A Giovanni Minicozzi l’augurio, immagino esteso e condiviso anche da parte dei colleghi dell’Ordine regionale, che questa sentenza su frasi, post e commenti e like, riesca a dargli quella serenità che aveva in qualche modo perso.

Cordialmente

Vincenzo Cimino (Consigliere Nazionale Odg)

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